PREVENIRE GLI ABUSI – quaderno

2.00

L’Arca Teen Challenge, pag. 21

COD: LATCSO21 Categoria:

Descrizione

Perché questo fascicolo?

Le chiese e i collaboratori cristiani che operano con gruppi di bambini, adolescenti e giovani devono affrontare il tema dell’abuso sessuale e assumersi le loro responsabilità affinché:
… bambini, adolescenti e giovani siano protetti. Le chiese devono diventare luoghi sicuri, dove bambini, adolescenti e giovani siano apprezzati e stimati senza violare i loro limiti individuali.
… le vittime abbiano la possibilità di parlare della violenza subita e possano ricevere aiuto. Le chiese dovrebbero essere luoghi dove non si tace sull’argomento della violenza, ma dove si ascoltano le vittime, si crede loro e si cerca di aiutarle. In questo contesto i collaboratori sono spesso degli intermediari con altre figure (professionali) di aiuto. Lo stesso vale per l’abusante: anche in questo caso i responsabili della chiesa dovrebbero poter fornire il necessario aiuto (vedi punto 7.4).
… i collaboratori siano sensibilizzati sia sul modo di approcciarsi ai bambini, sia sugli indizi di violenza sessuale che possono osservare nelle potenziali vittime o abusanti. E indispensabile che i collaboratori siano onesti con se stessi, rendendosi conto e considerando seriamente le proprie sensazioni. Quando un collaboratore prova sensazioni “strane” riguardo a qualche bambino, adolescente o giovane affidatogli, dovrebbe poterne parlarne con una persona che non lo condanni, ma lo accompagni e lo sappia aiutare, per evitare che arrivi a compiere atti sbagliati.

I tre punti appena menzionati hanno a che fare con due grandi argomenti: la prevenzione e l’intervento in caso di prevaricazioni sessuali sospettate o riportate. In caso di violenza sessuale, i compiti dei collaboratori sono paragonabili a quelli in caso di incidenti o ferite:
Prima di tutto occorre deve far sÌ che, possibilmente, nessuno si faccia del male (prevenzione).
Inoltre ogni collaboratore dovrebbe, in caso di incidente, avere delle nozioni di base di pronto soccorso, saperle applicare e saper dove e come rivolgersi per ottenere l’aiuto adeguato (intervento).
Fra i compiti di un collaboratore volontario, non fa invece parte la terapia o l’aiuto a livello di counselling, che in ogni caso non deve mancare.

L’Arca Teen Challenge, pag. 21 

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